Primo maggio, occasione d’ arte.
Primo maggio di festa oggi nel Vietnam, forse in tutto il mondo…”. Ricordo una bellissima e malinconica canzone di Claudio Lolli tanti anni fa e io, persa in una Milano addormentata in un primo maggio di sole pigro senza auto e mezzi pubblici. Il primo maggio è una festa per tutti e in tanti luoghi del mondo: negli Stati uniti, che furono insieme al Canada i primi a ufficializzarla verso la fine del ‘800, in Europa in diversi paesi orientali. Prima fra tutti la Repubblica Popolare Cinese dove la troviamo come la festa più importante dopo il Capodanno.
Allora, invece di mettere in discussione la storia che è una delle poche cose certe che ci restano, perché non dedichiamo questo giorno di riposo all’arte e alla cultura approfittando dell’iniziativa che vede l’ingresso a un euro per i musei di molte città italiane? L’idea è del Ministero dei Beni Culturali e si può accedere a tutti i musei statali e ai luoghi d’arte gestiti da esso. È una magnifica occasione per riscoprire i tesori della propria città oppure ammirare collezioni e allestimenti creati ad hoc. Dagli Scavi di Pompei e Ercolano alla Galleria Borghese di Roma, dal museo di Palazzo Ducale di Mantova al Castello di Racconigi, in Piemonte. Firenze per l’occasione si riempie di eventi nelle strade e nei palazzi con la notte bianca dell’arte, tra il 30 e il 1 maggio che regala performance, installazioni luminose, proiezioni, musica, danza e teatro. Il museo di Palazzo Vecchio resta aperto tutta la notte e nel cortile di Palazzo Strozzi si può vedere “Aerial Boundaries” una grande installazione di Loris Cecchini realizzata con gli studenti dell’Accademia fiorentina. Purtroppo è Milano che langue con solo due mete possibili : l’Anfiteatro di via De Amicis e l’ Antiquarium «Alda Levi», che raccoglie vestigia del passato romano di Milano. Peccato che il Museo del Novecento che custodisce il “Quarto stato ” di Pelizza da Volpedo chiamato in origine proprio “Il cammino dei lavoratori” non aderisca all’iniziativa e neppure la Pinacoteca di Brera dove si trova “La fiumana” il bozzetto preparatorio del 1898. Rispetto in ogni caso le scelte dei lavoratori che, con il loro contributo sociale e le loro rivendicazioni per una dignità dell’uomo anche nel lavoro, hanno ispirato artisti che hanno dato immagine ai cambiamenti sociali in ogni luogo del mondo regalandoci indiscutibili capolavori. Mi viene in mente la forza dei murales di Siqueiros, l’atmosfera drammatica del trittico “Le età dell’operaio” di Léon Frédéric ma anche molti italiani che hanno dipinto soggetti legati al lavoro come Fattori, Segantini, Sironi, Viani, Morbelli, Chini ma anche Guttuso e molti altri.
Commenti