Esponi dunque paghi.
Di Alberto Sordi.
Sono sempre più i gestori di spazi espositivi (dalla galleria propriamente detta fino al garage) che richiedono agli artisti una quota per esibire i loro lavori, in mostre collettive o personali, spesso senza nemmeno valutarne la qualità. In mailbox ogni tanto mi arrivano proposte del genere e avendo ultimamente partecipato a una fiera degli artisti tenutasi nella mia città, durante la manifestazione sono stato contattato da vari organizzatori di eventi artistici a pagamento; solo una persona mi ha proposto di esporre in modo totalmente gratuito. In breve ho assistito a una specie di sfilata di vampiri pronti a salassare l’artista speranzoso. Ricordo anche una galleria di New York, da me interpellata via e-mail vari anni fa, la quale mi chiese qualcosa come 8000 euro per un anno di mostre collettive, una personale e articoli critici su riviste di settore.
Nell’ambiente chi noleggia a metri uno spazio espositivo o fa pagare a numero di quadri esposti, è ironicamente definito un “affittapareti”; avendo chiesto per sfizio ad alcune di queste persone perché lavorano in questo modo, mi sono sentito rispondere che loro rischiano di rimetterci dei soldi proponendo uno sconosciuto, oppure che hanno costi molto alti di gestione dei loro spazi e una mi ha anche detto “ma come, ti viene offerto uno spazio per esporre e tu rifiuti?”.
In realtà un gallerista che si rispetti è dotato di una galleria consolidata economicamente, ha fiuto e scommette sul valore dell’artista senza chiedergli contributi in denaro, lo accompagna lungo la sua carriera, crescendo insieme con lui. Per presentarsi ad un gallerista è importante avere un catalogo personale.
So benissimo quanto sia difficile, anche per persone di talento, entrare nel mercato dell’arte o partecipare a mostre rilevanti dal punto di vista culturale ma è anche vero che vi sono in giro molti pseudo artisti con voglia di protagonismo, i quali propongono opere insulse o brutte.
Sconsiglio di pagare per esporre; chi proprio vuole spendere, dovrebbe comunque valutare attentamente la proposta, può anche affittare uno stand in una fiera dell’arte o inserirsi in un buon circolo culturale. Soprattutto bisogna avere presente che una volta pagato, l’affittapareti difficilmente si preoccuperà di provare a vendere i vostri lavori.
Alberto Sordi artista, La Spezia
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