L’arancione e il biglietto del tram.

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Inizio la mia giornata sotto la pioggerella riapparsa insieme al Napolitano bis, sconcertata dopo un weekend di smaltimento degli assetti politici da “eterno ritorno dell’uguale”. Scendo in metro e chiedo un biglietto del tram. Strofino gli occhi incredula: il biglietto è diventato bianco! Slavato come i giorni di questa stinta repubblica, vuoto come i valori ritrattati dai più, lontano dallo storico design del nostro milanese arancione ” biglietto del tram”.
Ma si vuole anche qui “ripulire” la storia? Levare le smunte tracce di arancio rimaste nei vari restyling perpetrati dalle susseguite giunte? Oppure la Milano del design, unica realtà che si confronta con il resto del mondo, ha scoperto il bianco non colore dell’architetto? Ma forse, più realisticamente si è imposto il risparmio della stampa monocromatica…
Ma vi rendete conto che i colori esprimono una storia, raccontano, tramandano, creano appartenenza? Non si cambiano mica così!
Chi si ricorda l’originario esemplare sa che cosa significa. I suoi mille usi, il suo senso intrinseco di libertà da capolinea a capolinea, il filtro delle canne di generazioni di giovani.
Ad esso si è ispirato lo storico album “un biglietto del tram” del gruppo milanese Stormy Six, donandoci una delle pietre miliari del rock politico italiano.
E, sebbene i mezzi pubblici abbiano spesso tentato cambiamenti cromatici in nome della modernità, nell’immaginario collettivo i tram e gli autobus sono arancioni, allegri e svettanti. Così come i taxi gialli e i pompieri rossi!
Il colore fa parte del nostro quotidiano ed è legato agli oggetti che, soprattutto in età evolutiva, ci aiutano all’apprendimento. Il colore veicola un messaggio, crea identità, regala uno stato d’animo.
L’arancione è il colore della creatività, dell’attività, del dinamismo ed è legato a simbologie remote che spesso lo riconducono all’oro e all’idea del sole.
In Cina è il colore dello Yang, dell’estate, del sud, dei melograni con cui si addobbano le case per attirare la fortuna.
In India è il colore del chakra, dell’energia vitale, è il drappo che copre il corpo scarno dei Sadhu che hanno rinunciato ai beni terreni e che via via si incontrano erranti, è il colore dei monaci buddisti che lo indossano per favorire la concentrazione mentale.
Allora ridateci l’arancione sui biglietti del tram, non appiattite così il colore degli oggetti del nostro quotidiano. In fondo anche la primavera di Pisapia era una speranza arancione…

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