Prendiamo colori e pennelli e dipingiamo i palazzi grigi!

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D Barbara Pietrasanta

Dal senso effimero che trapela dall’operazione degli artisti di strada che hanno occupato un grigio palazzo in demolizione a Parigi nel 13esimo arrondissement, ci può arrivare un piccolo grande insegnamento.
Quanto questa sia un’operazione mediatico/commerciale è certo perché il progetto è firmato da una galleria d’arte specializzata in graffiti, però l’idea è davvero bella ed incide sulla città e la sua dimensione sociale.
In una realtà squallida e degradata l’arte e la creatività possono ribaltare la percezione, intervenire con colori e messaggi che parlano agli occhi e che trasformano quanto di più triste ci sia in una quotidianità accolta da case concepite come celle per ratti, spesso animate da operazioni speculative senza alcuna attenzione al bello.
Troppe volte mi sono chiesta come sarebbe una città o un palazzo, inserito postumo in un contesto, se fosse pensato con gli occhi di un artista. Se la città, prima di affidarsi a chi fa passare qualsiasi progetto urbano e edile senza parametri estetici, chiedesse a un gruppo di artisti il parere, se si sottoponesse la visione del futuro ad uno screening paesaggistico. Se gli architetti avessero ancora una formazione in cui l’ornato e il senso estetico fossero
considerati importanti e primi a far quadrare i conti, molto cambierebbe del nostro vivere la città. Si fa un gran parlare di città fruibili ed ecosostenibili e si dimentica che quando si va in vacanza il più delle volte si cerca il bello, il panorama, lo scorcio, il museo e l’arte.
Viene voglia di intervenire in tutte quelle brutture di periferia, nei capannoni industriali abbandonati e nelle fabbriche in disuso con colori e pennelli. Chissà che qualcuno si accorga del messaggio di bellezza e rinnovamento che l’arte, se pur da strada, potrebbe regalare?

Info: La Tour Paris 13 è un progetto coordinato dalla Galerie Itinerrance, specializzata nei graffiti. Gli street artist coinvolti, circa cento, hanno occupato un edificio di nove piani e in sette mesi hanno completamente rifatto l’interno dei trentasei appartamenti, a volte ancora ammobiliati, lasciati liberi dagli inquilini. Con entusiasmo e creatività hanno ridipinto le pareti, i soffitti e persino gli armadi.

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