Addio all’estetica dei piaceri e dei vizi.
Di Barbara Pietrasanta
Cosa sarebbe la dimensione umana senza Bacco, tabacco e Venere, muse ispiratrici, gioia e perdizione di tanti artisti di ogni epoca?
Memorabili i dipinti di Toulouse Lautrec che ritraggono le atmosfere dei caffè parigini con coltri di fumo e figure assorte davanti ad un bicchiere di vino. Ma anche i vibranti i colori della “Sedia con pipa” di Van Gogh, lo sguardo delicato del “Ragazzo con pipa” di Picasso, la concettuale pipa di Magritte “Ceci n’est pas une pipe”, l’eleganza del galantuomo che si accende la sigaretta nel delizioso dipinto di Renoir “Alla fine della colazione” e il quotatissimo “Giocatori di carte” di Cezanne, che ritrae due uomini dediti ai vizi del gioco e del fumo, battuto all’asta per ben 250 milioni di dollari e che si afferma oggi come il quadro più quotato al mondo.
L’immaginario legato a queste abitudini ha ispirato quantità infinite di riflessioni attorno al tema anche in letteratura come nel romanzo di Italo Svevo “La coscienza di Zeno” in cui il procrastinare della sua ultima sigaretta apre all’introspezione e alla denuncia di una società di sopraffazioni e nella prosa di Pessoa “Tabaccheria”, visione liberatoria di un rito quotidiano.
Ma anche nella grafica contemporanea le sigarette e il loro packaging hanno prodotto miti e modelli che, come per altri oggetti di consumo, hanno dato vita ad appartenenze e stili che raccontano i nostri tempi. Da James Dean con le Chesterfield che segnano la “generazione maledetta” ai mitici Cowboy del Far West di Marlboro, dal simbolo francese del galletto Gauloise alla Caravella che veleggia in campo verde delle nostre Nazionali, ricordo di estati fumose al risparmio e oggi copertina dell’ultimo libro di Francesco Guccini “Dizionario delle cose perdute”.
Leggo però sul sito http://www.savethechoice.it che a breve una direttiva europea imporrà immagini terrorizzanti, quasi oscene ai pacchetti di sigarette in vendita che espliciteranno orribili patologie come tumori tiroidei e bocche sdentate, per disincentivare il consumo del tabacco. Oggi accade con le sigarette e domani toccherà a Bacco, Venere è già stata massacrata dalla pornografia e, come le più kitsch icone horror, queste immagini compariranno nei vari luoghi e contribuiranno ad arricchire le già notevoli brutture estetiche che siamo costretti spesso a subire.
Visto che l’artista racconta il proprio tempo mi chiedo che ne sarà del gusto e dell’immagine quando le vedremo immortalate nelle opere dei musei e delle gallerie a competere con la “merda d’artista” di Piero Manzoni o con gli animali sotto formalina di Damien Hirst? Certo il brutto quando è portato al massimo raggiunge il sublime ma speriamo di non dover assistere anche a questa ennesima sublimazione della volgarità, magari stampata sui gadget e sulle magliette.
Addio poetica dei piccoli oggetti quotidiani, addio estetica dei piaceri e dei vizi, ci stanno privando di un immaginario fatto di bellezza e libertà, imponendoci un gusto di cui vergognarci come fosse una grottesca immagine pornografica. Diciamo no al terrorismo del brutto che vuole sopraffarci riempiendo il nostro mondo di oggetti sempre più di cattivo gusto e imponendo la nostra dimensione estetica del vivere.
“Mi rialzo energico, convinto, umano,
con l’intenzione di scrivere questi versi per dire il contrario.
Accendo una sigaretta mentre penso di scriverli
e assaporo nella sigaretta la liberazione da ogni pensiero.
Seguo il fumo come se avesse una propria rotta,
e mi godo, in un momento sensitivo e competente
la liberazione da tutte le speculazioni…”
F.Pessoa
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