Torna il Fuorisalone. Focus su Ventura Lambrate.
Personalmente il design week milanese ,con i suoi annessi e connessi, non mi ha mai dato un particolare fremito. Nel corso degli anni ha preso più piede tutto ciò che accade fuori dal Salone del Mobile, perché le novità di arredamento e design interessano a pochi addetti, ed è il Fuorisalone la vera Kermesse che mette l’elettricità a molti. Sono quelli che del design, invece, apprezzano l’aspetto più modaiolo fatto di party, performance, happening e fiumi di bollicine di prosecco. Io, che ho lo studio proprio in uno dei poli designati, Ventura Lambrate, vivo l’attesa di questo evento nelle aspettative di chi spera nel salto in alto del quartiere che, per il resto dell’anno, non vive exploit eccitanti ma in questa settimana accoglie nei suoi capannoni e loft la parte più sperimentale e innovativa del momento.
Provo a dare qualche dritta a chi vuole spingersi fin qui, cosa che merita perché si respira un’ aria meno commerciale e più creativa rispetto alle altre zone, perché negozi non ce ne sono e le situazioni implicate sono davvero dedicate all’evento concepito come un polo d’insieme che dà vita ad una piccola “cittadella del design”.
Innanzitutto grande spazio è ampiamente occupato dai lavori degli studenti delle scuole e accademie, prima fra tutte quella Politecnica del Design che ha qui la sua Sede, via Ventura 15. Fate un salto al suo bar, all’ultimo piano, dove dal terrazzo potete far scivolare il vostro occhio su un panorama che scorre dai capannoni ex- industriali fino alle guglie del Duomo. Ma negli altri stabili della via si incontrano anche i lavori della Design Academy Eindhoven, della Head Geneva University for Art & Design con un’anteprima di fotografie ispirate al Think Theater di Charles & Ray Eames, e altre scuole come la Rhode Island School e la Kunsthochschule di Kassel. Nell’ Ex Faema, interessante recupero architettonico di via Ventura 5, trovano spazio le iniziative del Ventura Project, un circuito di aziende in cui lavorano grafici e designers. Potrete entrare nei loro spazi lavorativi trasformati per l’occasione in sedi espositive passando per studi e gallerie d’arte di portata internazionale come la Massimo De Carlo. Ma grande attenzione, in genere, è data al tema della sostenibilità e l’incontro tra sfide future e materiali industriali è affrontato da diverse prospettive. Logotel, nella mostra “(In)visible Design, 100 Stories from the Future and Beyond in via Ventura 15, crea una narrazione ibrida tra racconti del presente e previsioni del futuro e nello Slowd Hub Milano è in scena la fabbrica diffusa a Km 0, fondata sul talento di giovani designer e sulla qualità delle imprese artigiane del territorio in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
La nuova location, Ventura Warehouse, ben 1500 mq all’interno del civico 8 dell via privata Oslavia, ospita realtà più piccole e designer più giovani insieme ad una mostra, “Ventura at Work”, dedicata ai temi del fare, produrre, trasformare, allestita in una tipografia, ancora parzialmente in uso. Per chi ama l’oriente ci sono i progetti del gruppo giapponese 6474 e non mancano curiose collezioni green come quella di Capolinea Design con arredi ricavati in cellulosa riciclata e quella di Ecosmart Inc. con riflessioni sulla distribuzione dei prodotti e sul loro impatto sulla società e un’indagine sul fuoco come elemento primitivo di connessione tra gli individui.
Tra un angolo e l’altro, nell’abbuffata di idee e progetti appaiono isole di ristoro, ubicate in situazioni insolite, come officine meccaniche e gommisti. Chi vorrà potrà concedersi una sosta per un happy hour occasionale oppure provare i piatti del ristorante temporaneo Stampiet con le performance culinarie di Piet Bergman.
Commenti