La Cornice “specchio della società”.
Non credo sia mai stata scritta una vera e propria storia della cornice. Esistono studi filosofici sul tema, perché la cornice è in effetti un argomento congeniale alle questioni estetico-fenomenologiche. Eppure, in ambito storico-artistico, non sempre vi si è prestata attenzione, se non per i maestri intagliatori, come nel saggio di Casciaro, in margine a più ampie ricerche sulla scultura lignea. Spesso, non a caso, i quadri vengono fotografati scorniciati, idealisticamente come immagini pure e immateriali (di certo non più contestuali). Una storia sociale della cornice, però, non è mia stata scritta, cioè nessuno si è mai posto la domanda di come la cornice fosse uno specchio della società, un po’ come la legatura del libro in antico regime (su questo fanno testo le “Panizzi lectures” di Miriam Mc Foot, tradotte una decina d’anni fa dall’editore Sylvestre Bonnard). Non si sono studiati con attenzione nemmeno i rifacimenti delle cornici. Me lo faceva notare Cristiana Pasqualetti a un convegno, all’Aquila: eppure, osservava, un catalogo dei motivi decorativi dei corniciai dell’Ottocento offrirebbe dei dati utili, per esempio, per stabilire le provenienze, o almeno il transito di certi quadri per la bottega di un antiquario piuttosto che di un altro.
Luca Pietro Nicoletti
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