Artissima a Torino. L’abbuffata dell’arte è alla frutta.
Artissima, la fiera internazionale d’arte di Torino che festeggia quest’anno il suo ventesimo compleanno, ha aperto i battenti a chi fino al 10 novembre vorrà avere un’idea sulle proposte delle gallerie dei quaranta paesi presenti. A dire il vero, la maggioranza sono europee, tante le londinesi ma si sa che questo stato non lesina sulla promozione della propria cultura. Dall’oriente, che è dove oggi si fanno gli affari, davvero poche presenze, giusto una piccola delegazione di Shanghart e qualche espositore dai paesi più marginali dell’Asia.
Ma come la maggior parte di queste iniziative italiane, la fiera al Lingotto è solo un pretesto per attivare una serie eventi collaterali in città, come la rassegna “One Torino” disseminata tra Palazzo Cavour, Castello di Rivoli, Gam, Fondazioni Merz e Rebaudengo che prende il via in questi giorni ma resterà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2014.
La formula è ormai confezionata, come tutte le fiere che si svolgono in questi tempi e cioè una vera e propria abbuffata dove il contorno è più ricco di proposte che il piatto principale.
Però la troppa offerta si paga e, a mio parere, si paga anche la poca qualità, perché aleggia una disaffezione diffusa: pochi visitatori, alcuni vip squisitamente torinesi e tante signore vistosamente vestite che, a volte, si scambiano per veri pezzi da museo.
Due sono i punti focali nel cuore del Padiglione Oval, le sezioni curatoriali “Present Future” dove vengono presentati i progetti di 24 giovani artisti e “Back to the future” con 32 lavori di artisti attivi negli anni 1960, ’70, ’80. Tra concettuale e arte povera si ha l’idea che le gallerie, italiane soprattutto, abbiano pescato dai loro magazzini le tante opere acquistate in quegli anni, manna per l’arte e per gli artisti, nei quali si sono costruite le lievitazioni del mercato, fermato i questi ultimi anni da quello che Adriana Polveroni ha definito lo “Sboom” dell’arte contemporanea.
Tanti Kounellis e pochi Warhol, molto ready made, ferro e legno dai binari del treno, tanto collage, fotocopie e pezzi di giornale gossip ritagliati. La pubblicità è assurta ad opera d’arte facendo bella mostra di sé e incorniciata in compagnia di pezzi da rotocalco, prove di stampa e cromalin, rubati in qualche vecchio archivio di tipografie in disuso. Insomma c’è un po’ di tutto ma non molto di nuovo e va da sé che spesso l’occhio si posa sui disegni a matita esposti e a qualche quadro di buona fattura, giusto per trovare un po’ di quiete dell’anima dopo tutto questo baccano visivo.
Fotografando le opere esposte, però, mi sono accorta che erano terribilmente fotogeniche e risultavano più belle di ciò che avevo davanti. Forse e perché siamo noi i veicoli delle immagini di oggi e il nostro occhio taglia, incolla, incornicia. In fondo la realtà è talmente estetizzante e il confine tra ciò che è quotidiano e ciò che è arte è divenuto talmente sottile che tutto ci può stare.
Oval – Lingotto Fiere
Via Nizza, 230 Torino
8-9-10 novembre 2013
Apertura al pubblico
Tutti i giorni
Ore 12.00 – 20.00
Barbara Pietrasanta
www.barbarapietrasanta.it
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