Carlo Romagnoli. L’atelier retrouvé.

È certo che la paura più grande di un pittore è quella di veder vanificato il proprio lavoro e di finire nell’oblio. L’idea romantica che un artista raggiunga la fama soltanto dopo la sua morte fa parte dei luoghi comuni insieme a quello che soltanto gli eredi ne godranno della quotazione improvvisamente salita.
Ma, come in un romanzo, il recente ritrovamento a Roma dell’atelier del pittore Carlo Romagnoli, ci restituisce questo archetipo e ci trasporta nell’atmosfera degli anni trenta, raccontandoci di una vita che ha attraversato le due guerre e si è misteriosamente fermata alla soglia della contemporaneità.
Da più di quarant’anni il suo studio, ricavato nel sottotetto di un palazzo d’epoca in via Nizza, è stato dimenticato dal mondo e si è rivelato intatto ad un lontano erede che ne ha aperto i battenti alcuni mesi fa. Una vetrata ricoperta di juta illumina un ambiente perfettamente intatto: pennelli, colori, disegni, quadri, vestiti, lettere: perfettamente conservati, senza alcuna traccia di umidità, come se l’artista si fosse assentato soltanto per un attimo. Un acerbo autoritratto, appoggiato al cavalletto, al centro della stanza sembra dire ” mi avete trovato”. I quadri intorno, di indiscutibile qualità, raccontano il suo mondo e gli sguardi dei personaggi ritratti ci restituiscono attimi dimenticati, fruscii di sete, interni belle époque, sguardi attenti, languidi, sognanti. Lo studio imbavagliato per tanto tempo ci parla quasi sottovoce.
Ma chi è Carlo Romagnoli? Nato nel 1888 e conosciuto per l’appartenenza al gruppo di pittori “I XXV della Campagna Romana” insieme a Coleman, Sartorio, Cambellotti, fu definito il “pittore delle anime, della vita, della luce”, frequentò l’Accademia di Belle Arti, esordì nel 1907 alla Promotrice e venne invitato alle più importanti esposizioni d’arte, dalla Biennale di Venezia nel 1934, a Berlino e a Bruxelles nel 1935, a Palazzo Pitti a Firenze. Dopo una attiva partecipazione alla vita artistica in Italia e all’estero, soprattutto negli anni Venti, nella seconda guerra mondiale perse il fratello minore e da allora se ne persero le tracce artistiche. morì nel 1966 .
Gianna Paola Cuneo, pittrice e scrittrice è stata incaricata dagli eredi a ricostruire la storia e a mettere insieme il puzzle ritrovato. In questa mostra dal titolo “L’atelier retrouvé”, nelle sale dell’affascinante Cappella Orsini a pochi passi da Campo dei Fiori, La curatrice ha ricostruito lo studio in forma di tableau vivant con un percorso espositivo che guida il visitatore alla scoperta dell’artista e un video documentario sulla poetica e il luogo della scoperta che si può vedere su http://m.youtube.com/watch?v=ni8wbqi8H3U”http://m.youtube.com/watch?v=ni8wbqi8H3U

L’atelier retrouvé.
Curatrice Gianna Paola Cuneo
Centro studi Cappella Orsini
Via di Grottapinta,211 Roma

fino al 21 ottobre 2012
orario: 14,30 – 19,00 dal martedì al venerdì
Sabato e domenica dalle 12,00 alle 19,00
Visite guidate dal martedì al sabato alle ore 18
www.cappellaorsini.it

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