Arte e inviti mail: la dimensione relativa del virtuale.

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Riceviamo quotidianamente una quantità di mail con inviti a mostre ed eventi da non sapere più come fare a ricordarli nella nostra agenda fisica e mentale. Gli strumenti virtuali, per quanto utilissimi, si sono moltiplicati e nei dispositivi in nostro possesso scarichiamo quintali di posta elettronica spesso da cestinare.
Va da sé che la sovrapposizione di mittenti conosciuti a mittenti sconosciuti, di spazio e tempo che nel virtuale ha una dimensione relativa, di quantità che accomuna il vicino con il lontano, portano alla difficoltà di selezionare ciò che ci interessa veramente e di distinguere inviti importanti a noi realmente diretti.
Chiuso il computer, tutto va nel dimenticatoio se prontamente non siamo corsi a segnarci qualcosa nell’agenda di carta.
Certo, l’invito elettronico ha cambiato in positivo tante cose. Innanzitutto permette di spedire più solleciti cadenzati, che servono come richiamo fino al giorno stesso dell’evento. Ha il vantaggio di essere veloce e con costi nulli, stimolando anche riscontri immediati. Con nuovi sistemi si possono stimare quanti hanno letto il nostro messaggio e conoscerne i nomi, si riescono ad ottenere riscontri e a ipotizzare quanti saranno presenti all’appuntamento. Importante e fondamentale è l’impostazione del messaggio: deve essere appeal e possibilmente personalizzato, l’allegato in un formato scaricabile e leggibile e possibilmente accompagnato da una riga per il destinatario. Non potremmo, ormai, fare a meno di questo strumento ma, a mio parere, da solo non basta. Se si vuole essere ricordati, senza il rischio di finire nella marmellata di notizie web, occorre tornare al vecchio invito di carta, almeno da affiancare a quello virtuale. Sì, ne sono davvero convinta. Se ne ricevono ormai pochi di questi tempi, ma quelli che ricevo nella cassetta postale me li ricordo e me li appiccico sul frigorifero, se esteticamente belli, altrimenti li infilo nell’agenda. L’invito cartaceo rafforza la personalizzazione del messaggio e attiva gli stimoli tattili e sensoriali, è qualcosa che resta e che si impone come forma tangibile di un evento concreto.
Nella non memoria del prima e dopo, lui resta lì davanti a te, sulla scrivania, sul frigo, nel libro, ricorda che c’è e che c’è stato, non sfugge. Pensate che in oriente è ancora importantissimo l’invito su carta. La scelta del tipo di lavorazione, dei colori, delle buste è accuratissima. Quando mi arriva un pacco dall’India contenente documenti, anche di lavoro, resto sempre affascinata da come viene preparato. Carte preziose sono avvolte in buste di seta di colori tenui, mi dà la gioia di leggere e toccare, mi fa sentire importante, unica.
Queste raffinatezze sono ancora importanti, forse dispendiose se su larga scala, ma di sicuro impatto e poesia. Torniamo al piacere di scrivere almeno a chi ci fa piacere invitare, impreziosisce il nostro evento e non ci fa dimenticare…
Barbara Pietrasanta

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